In agosto vogliamo mettere in evidenza questo tema, che negli ultimi anni ha assunto un’importanza particolare e che interessa indistintamente tutti i Clubs. Con l’avvento della digitalizzazione, della diversificazione e di altre attuali forme di sviluppo socio-comunicativo, il Rotary si é posto la domanda a sapere cosa e come i nostri membri più giovani interpretano i nostri progetti e le nostre attività hands-on; oltre a ciò, come intendono attivarsi. E’ fortemente probabile che per mantenere il livello di immagine ed il successo che abbiamo ottenuto in passato dovremo uscire da alcune usanze e da alcuni modi (ragnatele) finora utilizzati.
Situazione attuale
Secondo la Rivista Rotary 06/23, il Distretto 1980 conta 4484 soci. A confronto il Distretto 1990 totalizza 4626 soci mentre il Distretto 2000 si situa a 4591. Negli ultimi 10 anni sono stati fondati solo 10 nuovi Clubs.
Forma / assetto dei Clubs più flessibili
In un’intervista il Past RI Director Urs Klemm (RC Aarau) afferma: «Alcuni Clubs hanno già messo in atto un modello più innovativo e più flessibile. Ad esempio, abbiamo un nuovo Club che funziona in forma ibrida, il RC Basel International oppure un altro composto solo da donne, il RC Basel am Rhein. In occasione della mia visita alla Conferenza di Distretto ad Algeri ho conosciuto membri di un Club tunisino composto da sole donne, che svolge i suoi compiti in modo encomiabile. Questo genere di diversità aumenta l’attrattività del Rotary e lo rende concorrenziale. Dalla pandemia in poi siamo diventati tutti un po’ più digitali». Urs Klemm pensa inoltre che «dobbiamo comunque sperimentare queste alternative al fine di capire se funzionano o meno».
Ha inoltre ribadito l’importanza della domanda che ogni Club si deve porre in merito agli obiettivi che si pone e al modo che intende utilizzare per raggiungerli. Tramite un organico con più donne o forse più giovane? Solo dopo aver risposto a questa domanda saremo in grado di adattare la nostra struttura.
Utilizzo dei Social Media
Non possiamo più vivere senza i Social Media, che vengono ormai utilizzati per mantenere una rete sociale, un sistema di comunicazione, per lo shopping-online, per la ricerca di informazioni ecc. Le organizzazioni che non seguono questo trend perdono un’occasione. Possiamo raggiungere i nostri potenziali interessati direttamente tramite i canali social. Due anni fa il Distretto 1980 ha perciò deciso di svilupparli. Da allora sui tre canali principali vengono regolarmente diffuse informazioni sul nostro Distretto, sul Rotary International e sulle associazioni con le quali collaboriamo. I Clubs che non hanno risorse o dimestichezza con queste cose si possono rivolgere alla Redazione-online del Distretto 1980 inviando testi e foto da pubblicare (onlineredaktion@rotary1980.ch). E’ auspicabile definire un incaricato che si occupi di pubblicare notizie interessanti a riguardo del suo Club.
Punti di contatto con il Rotaract
Anche il potenziale del Rotaract non deve in alcun modo essere sottovalutato, non fosse altro che per garantire ai Rotary Clubs un futuro bacino di candidati. Il rappresentante distrettuale del Rotaract Patric Howald ha riassunto molto bene l'importanza della promozione dei giovani attraverso il Rotaract lo scorso agosto: «L’esempio della Gran Bretagna, che annovera un età media di 70 anni, a mio parere ha dato la sveglia: I Rotary Clubs hanno realizzato che i membri del Rotaract sono eccellenti candidati. DI conseguenza il tema è vieppiù discusso e ribadito. I membri del Rotaract condividono le nostre stesse idee, quindi la collaborazione fra le due strutture è auspicata, in particolare per ciò che concerne il «service» verso la società che ci circonda. In questo ambito l’età di un candidato ad accedere al Rotary non ha alcuna importanza. Ritengo che alcuni Clubs debbano riconsiderare ciò che (non) hanno deciso in passato».
Anche la PDG Claudia Hendry condivide il parere e chiosa: «E’ bene promuovere programmi quali RYLA o, Scambio giovani, che ci consentono dapprima di avere contatti con i giovani ed in seguito ci danno la chance di mantenerli. Curando il rapporto con le giovani generazioni possiamo avere un punto di riferimento sull’evoluzione dei nuovi soci. In passato avevamo una sorta di legge non scritta: nessun socio con un’età sotto i 40 anni. A pensarci bene, al momento della fondazione del Rotary Club Paul Harris aveva solo 36 anni. Il mio credo personale consiste nell’essere aperta verso chiunque: ciò significa accettare persone con un altro background culturale o una classifica professionale diversa dal solito. Un ulteriore suggerimento che mi sento di dare è di coinvolgere i nuovi membri nelle attività e nelle cariche del Club, senza alcun riguardo al mix di genere, di età e di attività professionale. Per raggiungere questo risultato serve regolare autoanalisi, a sapere se il nostro metodo di identificazione e reclutamento di nuovi soci é ancora attuale e soprattutto efficiente. Il nostro modello di Club e la vita del nostro Club è motivante per i futuri membri? A livello di Club quali obiettivi vogliamo raggiungere sul tema della diversità, della parità di opportunità e di coinvolgimento?»
Se, genericamente come organizzazione e localmente come Club, vogliamo contare qualcosa e se desideriamo ulteriormente crescere, non possiamo permetterci di sottovalutare il tema dell’effettivo. Tematizzate questo argomento durante i vostri incontri e siate aperti verso nuove soluzioni. Tradizione, crescita e innovazione non si escludono a vicenda!